La Prefetta di Firenze e la difesa dal Coronavirus sul bagnasciuga

By firenzecittaaperta 4 anni ago
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La Prefetta di Firenze, rispetto al decreto che ne prescrive la chiusura per contrastare la diffusione del contagio da Coronavirus, ha distribuito deroghe alle aziende come se fossero caramelle (tanto da rendere in gran parte inutile, per la nostra provincia, il decreto stesso).

Avrebbe anche potuto risultare una scelta ragionevole, a condizione però che fosse strettamente collegata ad una riconversione, anche se temporanea, della produzione, com’è stato fatto in altri Paesi. Vi è grande necessità, infatti, di mascherine, di guanti, di altri strumenti per far fronte all’epidemia.

Invece si sono considerate essenziali, e un articolo del decreto lo rende possibile (tanto per non scontentare nessuno, né chi intende tutelare la salute delle lavoratrici e dei lavoratori – e più in generale dell’intera popolazione -, né chi tiene molto ai propri profitti), persino le industrie aerospaziali, della difesa e comunque strategiche.

Forse la Prefetta ritiene che occorra difendersi a breve da invasioni aliene o che ci sia da far barriera, come sul Piave nella 1° Guerra Mondiale, rispetto al virus stesso, inquadrato in battaglioni, che sbarca sul bagnasciuga o viene paracadutato dal cielo.

Certo, non c’è da meravigliarsi: a Cameri si continua imperterriti a lavorare per gli F35, i missili che porteranno testate nucleari, come se da questi ordigni di morte dipendesse la sorte del mondo (e questo è vero, ma perché ne mettono a rischio la sopravvivenza).

Da più parti viene detto che dopo il Coronavirus niente sarà come prima.
È importante, però, vedere in che direzione andranno i cambiamenti (si può anche cambiare tutto perché nulla cambi – ricordiamoci della Sicilia de “Il Gattopardo” – e di molte altre situazioni simili) e sarebbe altamente significativo che fin da ora si avessero segnali precisi in proposito.

Purtroppo quelli che stanno arrivando sono del tutto negativi e ripropongono la centralità delle spese militari, nonché della produzione e del commercio delle armi, una centralità che si è mantenuta costante nel tempo, fossero i governi di destra, di centro o di centro-sinistra. Nonostante che la crisi in atto metta in luce come sia urgente rafforzare la sanità pubblica, che ha subìto negli ultimi decenni un’opera continua di smantellamento (per questo, come “Firenze città aperta”, abbiamo fatto nostro l’appello “Ospedali e scuole, non cannoni”).

Da parte di chi ha a cuore la Costituzione – in questo caso l’articolo 11 che “ripudia la guerra” – occorre non mollare la presa.

Moreno Biagioni

#CronacheDalFuturo

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