Il nostro 2026- Firenze Città Aperta. Documento

By Massimo Torelli 21 ore ago
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Documento assemblea 3 dicembre 2025

Gli obiettivi che Firenze Città Aperta si pone per il 2026 sono sia tematici che di metodo. L’assemblea di novembre 2024 aveva tracciato le linee di fondo che ci hanno guidato fin qui e che rilanciamo ancora più forti per il 2026, che sintetizzammo in: “La finalità che ci poniamo è quella di essere allo stesso tempo più attiv3 contro il governo Meloni e contro la svendita della nostra città e le politiche della giunta Funaro”.

Sono finalità confermate anche da quanto emerso nella realtà a livello globale: le grandi città cambiano di segno politico dove forze nuove sono state capaci di mobilitarsi per contrastare le barriere che impediscono a molti abitanti l’accesso a una vita dignitosa, dove le speculazioni finanziarie o l’effetto di un mercato senza regole (vedi over tourism e città del lusso) hanno reso impossibile sostenere i costi per chi non fa parte di ristrettissime elite. Fenomeni di espulsione, di spazio pubblico sempre più ristretto, comportano la disgregazione delle comunità. Di questo ci parlano le recenti elezioni a New York e Copenaghen, solo per citare i casi più conosciuti.

Rafforzare la campagna Salviamo Firenze e le mobilitazioni per una città pubblica

La campagna Salviamo Firenze X viverci, dove FCA ha un ruolo centrale, sarà consolidata e ancora più allargata alle realtà che ci assumono come riferimento, andando in tutte le parti della città dove sorgono i “cubi neri” della speculazione, per trarne elementi di denuncia ma anche di proposta, integrando le voci di quei cittadini che nessuno ascolta. Occuparsi dei diritti di cittadinanza in città significa anche riprendere il tema dei beni comuni. Già con Salviamo Firenze il tema dell’uso del patrimonio pubblico ci vede impegnati fortemente. Va quindi rilanciata anche una campagna di informazione e di mobilitazione sui servizi pubblici, come acqua (per fare pressione sui Comuni affinché mantengano le promesse e si materializzi davvero la gestione in house di Publiacqua) e rifiuti dove non consideriamo chiusa la questione multiutility; appare quanto mai urgente la questione della privatizzazione del trasporto pubblico e dei suoi evidenti effetti perversi.

Rimane fermo nella nostra azione locale il sostegno alla vertenza ex GKN per la creazione della società ad azionariato popolare e con ogni forma di pressione sulla Regione per la partenza del consorzio, così come la partecipazione alla rete di supporto che con le proprie iniziative di convergenza è diventato un riferimento orizzontale nel territorio di grandissimo valore.

Partecipazione alle reti politiche nazionali ed europee

Venendo poi al quadro nazionale e internazionale, guerra, riarmo e genocidio a Gaza sono stati i temi di mobilitazione di quest’anno che ci vedranno impegnati ancora. Ci sembra interessante contribuire a coltivare lo spazio politico che si è creato con l’assemblea di Roma del 15 novembre denominata “Contro i re e le loro guerre”, dove convergono reti come no riarmo, decreto sicurezza, Flottilla, studentesche, spazi sociali, che ci consente di mettere a sistema e portare avanti un quadro di azioni che eviti la gara a intestarsi ogni mobilitazione e ci pone in modo inclusivo verso altre realtà, approccio che ci è sempre appartenuto.

Sul piano politico, il 2026 sarà l’anno del referendum sulla giustizia, per il quale il nostro schierarsi per il NO come passaggio con cui evitare l’affermazione della destra nella prospettiva delle elezioni 2027 dovrà seguire le modalità della costruzione di un comitato di cui ancora non conosciamo esattamente la composizione, ma che ci vedrà sicuramente impegnati a offrire il nostro contributo.

Viviamo una fase politica fuori dall’ordinario. Politiche nazionali di destra e l’affermarsi della guerra con la rimozione del diritto internazionale sono il dato che misuriamo ogni giorno nel mondo. Nel nostro paese la brutale svolta a destra che unisce turbo liberismo, autoritarismo, politiche repressive e reazionarie, ci porta ad affermare che la priorità su ogni altra è scongiurare l’affermazione dell’attuale maggioranza alle prossime elezioni e la continuazione di un governo Meloni dotato di ancora più pieni poteri. Il 2026 sarà l’anno chiave per prepararsi alle decisive elezioni del 2027. Per affrontare questa fase di emergenza consideriamo sbagliata la riproposizione di liste identitarie condannate all’irrilevanza. Questo ci pone però di fronte a un’altra domanda: come potersi attivare in questa contesa così importante in assenza di un progetto nazionale?

Non perdere di vista anche il livello europeo è uno stimolo che ci diamo, approcciando reti tematiche come quelle che riflettono su cosa implichi abitare nelle grandi città (rete SET) e che si attivano contro le politiche di riarmo europeo (rete Stop Rearm Europe).

Costruzione di luoghi di analisi e dibattito

Uno dei livelli su cui crediamo necessario un maggiore impegno è l’analisi del contesto nazionale e internazionale, con l’obiettivo di elaborare, in forma partecipata e insieme ad altri soggetti associativi, degli strumenti di comprensione della realtà che possano servire a costruire un’alternativa. Per quanto riguarda il contesto nazionale, è evidente la deriva autoritaria del governo e la sua adesione ad un modello neoliberista trumpiano. E’ urgente costruire una piattaforma di opposizione che parta dalla difesa dello stato sociale (scuola, sanità, diritti dei lavoratori, servizi pubblici) e dalla risposta al negazionismo climatico; crediamo prioritario contribuire alla costruzione di una proposta credibile di alternativa nella prospettiva delle politiche del 2027.

Per quanto riguarda la situazione internazionale, è necessario continuare a interrogarsi sui fattori che hanno favorito l’esplosione di governi autoritari nella fase post-Covid; questa deriva risponde ad una crisi ormai di lunga durata dello Stato sociale e all’aumento delle disuguaglianze, a fenomeni profondi di sfiducia nella politica e di angoscia collettiva, all’isolamento e all’impotenza come sentimenti comuni; quasi 40 anni di elaborazione di politiche neoliberiste non sono passati invano. Dall’altra parte però abbiamo assistito anche a dei fenomeni in controtendenza che vanno interrogati:

– l’enorme mobilitazione contro il genocidio a Gaza, molto più ampia della somma delle sigle che l’hanno promossa, ha messo al centro la difesa dei valori fondanti della convivenza e della solidarietà internazionale;

– dall’altra parte i risultati delle già citate elezioni ci suggeriscono che c’è spazio per un’alternativa al neoliberismo e al turbocapitalismo autoritario se si mettono al centro con radicalità e linguaggi nuovi i diritti sociali, la questione della redistribuzione e delle rendite parassitarie.

Cosa possono insegnarci queste esperienze? E’ urgente avviare una discussione ampia e aperta, che leghi le diverse dimensioni (dal locale al quadro internazionale), con l’obiettivo sia di rafforzare le nostre reti collettive sia di rilanciare l’iniziativa politica.

Il metodo di lavoro

L’associazione si pone obiettivi anche sul metodo di lavoro, per fare un salto di qualità che ci porti ad essere più efficaci nella nostra elaborazione e più inclusivi, tenendo ferma la barra su dinamiche che siano quanto più partecipative nello spirito del nostro statuto. Il Coordinamento eletto nella ns assemblea del 27 marzo 2025 ha lavorato bene sia nel confronto politico che nell’impostazione delle iniziative, costruendo un bel clima umano collaborativo, ma occorre allargare l’elaborazione e la partecipazione oltre i suoi confini.

Perciò un obiettivo che ci diamo è la creazione di due gruppi di lavoro che riflettano una ripartizione dell’impegno da una parte sulla città e dall’altra su un piano più ampio e internazionale. Come si costruiscono e come operano i gruppi (allargando la partecipazione anche ad esterni all’associazione se possibile) è un primo passaggio che dobbiamo affrontare, a partire da questa assemblea del 3 dicembre.

Al tempo stesso oggi rinnoviamo la presidenza dell’Associazione e vorremmo anche pensare a un giusto spazio e tempo per riflettere sulle modalità di relazione, sui metodi e le connesse forme organizzative del nostro esistere, in particolare rispetto ai limiti evidenti di coinvolgimento in ruoli di responsabilità più generale delle donne e delle persone più giovani.

Per riassumere quanto sopra, il 2026 di FCA ci dovrà vedere accrescere l’impegno in un ruolo che incida sul quadro esistente, senza arroganza e mantenendo quello spirito inclusivo per cui è importante e necessario chiunque condivida la nostra visione della società.

Firenze Città Aperta

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