Multi-utility Toscana: una proposta pessima che tradisce il referendum del 2011 per l’acqua pubblica.

By Firenze Città Aperta 3 anni ago
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Una proposta pessima, dannosa e falsa.

Non si può dire altro e bene fa il nostro gruppo consiliare a denunciare che la direzione è sbagliata (https://www.comune.fi.it/comunicati-stampa/palagi-e-bundu-spc-una-multi-utility-toscana-che-possa-continuare-fare-profitti)

Pessima, perché ripropone schemi di multi-utiliy degli anni 90, modelli che sono in crisi ovunque.
Pessima, perché, nel mezzo della più grande crisi sociale ed economica del tempo recente legata alla pandemia di Covid-19, ripropone il mito della quotazione in borsa del 40% e del business su servizi essenziali per la comunità.
Pessima, perché viene guidata da una figura, Alberto Irace, che ha contraddistinto la sua azione come amministratore di Publiacqua prima ed in seguito di Acea con l’aver garantito gli interessi degli investitori privati e nell’avere scaricato sulle bollette degli utenti investimenti obbligatori.

Dannosa, perché quel modello di integrazione non funziona più, come dimostrano i conti in rosso di Alia, la nostra azienda dei rifiuti, e di altre realtà in Italia. E più in generale il lavoro per macroaree riduce la qualità del servizio.
Dannosa, perché la quotazione in borsa NON deve garantire migliore servizi e minori tariffe, ma dividendi.

Falsa, perché neanche il sindaco Nardella riesce a garantire che le tariffe non aumenteranno, ma si limita a dire che l’impegno è quello di non aumentarle.
Falsa, perché proposta da chi nelle ultime campagna elettorali (l’ultimo Giani, prima Nardella) aveva dichiarato che finalmente avremmo rispettato il referendum del 2011, per la ripubblicizzazione del servizio idrico.

Firenze Città Aperta

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