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Dmitrij Palagi (Sinistra Progetto Comune) e Daniela Chironi, Tommaso Grassi e Massimo Torelli (Firenze Città Aperta): “Requisire per meglio curare: le proposte che il Comune può fare a Giani”

24 Novembre 2020
24 novembre 2020 “Due ordinanze della Regione Toscana indicano la possibilità e l’opportunità di utilizzare lo strumento della requisizione per aumentare i posti letto, senza ricorrere a più costose soluzioni come il campo container visto in viale Guidoni. Ieri al question time la Giunta ha detto di non essere interessata a essere parte attiva di questa soluzione. Un errore che rischia di pagare tutta la città” “Come sempre – introduce il consigliere comunale di Sinistra Progetto Comune Dmitrij Palagi – la peggiore risposta che si può ricevere è nessuna risposta. Per quante proposte specifiche possa avanzare il gruppo Sinistra Progetto Comune ci siamo trovati di fronte all’indisponibilità della Giunta di accoglierle, a prescindere da quali siano. Ringraziamo Firenze Città Aperta per aver lanciato la campagna mesi fa. Ci mette oggi in condizioni di chiedere, puntualmente, perché non si sta prendendo in considerazione l’idea di utilizzare i cosiddetti student hotel, o perché non si sia provato a vedere se tra il patrimonio immobiliare del nostro territorio ci fossero spazi adeguati per rispondere alla richiesta della Regione Toscana, che il Comune ritiene non sia di sua competenza. Confidiamo che il peggio sia alle nostre spalle ma la stessa Vicesindaca ha ammesso che la fase è cambiata. Non si prevede più la necessità di un campo container come quello di viale Guidoni, proprio per la possibilità aperta dalla Regione Toscana di insistere sullo strumento della requisizione, che già la Costituzione individua come possibile e che la storia di Firenze ha conosciuto bene, anche se in forme diverse e in relazione al bisogno abitativo. A questo punto, ricevuta la risposta, senza registrare una contrarietà al requisire, come se tutto l’onere fosse della sola Regione, proporremo al Consiglio comunale – aggiunge Palagi – alcune soluzioni, per prevenire l’emergenza, invece di subirla”. “L’Associazione Firenze Città Aperta – dichiarano Daniela Chironi, Tommaso Grassi e Massimo Torelli durante la conferenza stampa che si è tenuta oggi – ha lanciato la proposta Requisire per meglio curare a marzo (https://www.firenzecittaaperta.it/requisire-per-meglio-curare/) con l’obiettivo di prepararci ad un periodo lungo e difficile. I cardini della proposta erano: tra immobili pubblici e privati recuperare almeno 1.000 posti letto in città per la gestione della quarantena e separare i nuclei familiari con contagiato (individuando, sul modello cinese, il nucleo familiare come spazio di contagio), recuperare ad utilizzo collettivo parte del patrimonio pubblico cittadino, per avere una città della cura, che sappia affrontare in modo permanente situazioni di crisi, rompere il tabù della prevalenza della proprietà privata a discapito del bene pubblico, come se un profitto servisse a qualcosa in una generale situazione di crisi ed emergenza. Quindi suggerivamo di ricorrere per interesse pubblico alla requisizione di strutture e strumentazioni sanitarie sia di immobili. Questo supportato dall’art. 6, comma 4 del Decreto Legge n. 18/2020 che il governo emanò in marzo. E presentammo un piano complessivo, prevedendo che l’emergenza non finisse con l’estate. Né a Firenze né in Italia ci siamo preparati alla seconda ondata pandemica e quindi la riproponiamo, trovando un valido supporto in

ZTL: per di qua o per di là?

11 Agosto 2020
Sull’apertura della ZTL l’amministrazione fiorentina prova ad arrampicarsi sugli specchi e porta a giustificazione di questa scelta scellerata i mancati introiti delle attività commerciali del centro storico, che in un periodo di emergenza come questo devono essere sostenute. Le situazioni straordinarie necessitano di decisioni extra-ordinarie, di coraggio e di inventiva ma non di passi indietro, col ritorno ad una Firenze anni ‘80 che credevamo ormai lasciata definitivamente alle spalle. Anche perché nelle scorse settimane il Sindaco e l’Assessore Giorgetti non hanno fatto altro che parlare di mobilità green, strade scolastiche, pedibus, ciclabili di ogni tipo, portando a termine pedonalizzazioni importanti e significative, anche sul piano dell’immaginario, come quella del Lungarno Acciaiuoli. Poi con un provvedimento di apertura della ZTL hanno vanificato con i fatti molte parole e molte buone intenzioni… Non sappiamo fino a che punto loro stessi credano realmente che questo provvedimento giovi ai fiorentini e alle attività commerciali, o quanto sia invece una mossa pre-elettorale per imbonirsi qualche categoria. Di certo possiamo elencare alcuni fatti per come li conosciamo: • i residenti lamentano scarsità di parcheggi, e con l’apertura della ztl i loro posti auto saranno occupati da chi va in centro in macchina. • se da una parte si incentivano i cittadini ad usare la bicicletta, dall’altra li esponiamo al pericolo del traffico privato nelle strette strade del centro storico. • il distanziamento fisico imposto dal covid viene rispettato dando più spazio ai pedoni, non costringendoli sui marciapiedi per lasciare la carreggiata ai mezzi privati. • concedendo i dehor esterni e contemporaneamente aprendo le strade a tutto il traffico privato, si viene a creare una situazione malsana, antigienica e spiacevole per i clienti stessi • il commercio respira e fiorisce nelle strade pedonali, in cui è facile guardare le vetrine e scegliere dove fermarsi in sicurezza; questo è un dato di fatto rilevato da decine di studi condotti in molti paesi del mondo e basati sul flusso dei pagamenti nelle aree pedonali o nelle attività che insistono lungo le piste ciclabili. • i cambiamenti sulla mobilità, necessari a Firenze come in ogni altra città italiana, si fanno con chiarezza e determinazione, incrementando la sicurezza stradale, i mezzi pubblici e la sharing mobility; dando incentivi, sconti e soluzioni per chi utilizza metodi di spostamento sostenibili. Aprire il centro storico per qualche mese non servirà a niente, se non a farci vergognare di fronte ai visitatori internazionali, e la strada verso una città più sostenibile e vivibile sarà molto più lunga facendo avanti e indietro fra soluzioni rattoppate e messaggi contraddittori.

“Signor Stella, ma mi faccia il piacere!”

11 Giugno 2020
È tempo di campagna elettorale in Toscana ed è normale che ogni parte politica cerchi visibilità mediatica e sui social. Quello che invece non dovrebbe essere normale è farlo con dei video nei quali si filmano le persone senza consenso per scopi elettorali, si utilizzano accenti razzisti e si dimostra disprezzo per le persone povere. Non crediamo infatti che simili pratiche e contenuti siano compatibili con la dialettica democratica, che dovrebbe invece riguardare i piani per il futuro delle nostre città e della Regione, soprattutto durante e dopo una pandemia. Sembra voler ignorare tutto questo Marco Stella, attuale consigliere regionale di Forza Italia, che durante una diretta Facebook dal Mercato di Sant’Ambrogio a Firenze ha ironicamente parlato di “risorse” con riferimento ai migranti, utilizzando una modalità espressiva che speravamo ci fossimo lasciati alle spalle. Stella cerca degrado là dove non c’è: filma due persone rom (è forse un reato essere rom?), denuncia la presenza di una -UNA- persona che chiede l’elemosina (è forse un reato chiedere l’elemosina, per giunta in un’epoca di crisi senza precedenti?), parla dell’assenza dei vigili urbani, pur sapendo che la sede dei carabinieri è a pochi metri di distanza, in piazza dei Ciompi. Non contento, Stella ricorda sdegnato che a Firenze c’è stata una manifestazione dei Rom (perché a loro è forse vietato manifestare?) e aggiunge anche una serie di falsità in proposito: in primis che il loro scopo era la richiesta di soldi al Comune, quando in realtà la richiesta riguardava unicamente dei buoni alimentari. Al minuto 15:40 Stella viene bruscamente interrotto da un passante indignato almeno quanto noi dalla volgarità di quel video, che di “politico” non ha nulla, essendo pura propaganda di bassa lega. Il consigliere di Forza Italia denuncia l’accaduto su Facebook parlando di grave aggressione e incassa la cieca solidarietà di alcuni, compreso il Presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani che nel suo comunicato non introduce nessuna precisazione sul contesto dei fatti e sulle provocazioni di Stella. Mentre gli Stati Uniti e il mondo intero sono in pieno fermento antirazzista, la nostra solidarietà va alle vittime della pessima comunicazione politica di Marco Stella, al quale ricordiamo -per intero- l’Art. 3 della Costituzione repubblicana: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Il compito di chi ricopre un ruolo istituzionale è tradurre in politiche pubbliche i valori costituzionali, non raccogliere like su Facebook con subdoli mezzi. Firenze Città Aperta Per chi si fosse perso l’aggressione con minacce può andare direttamente al minuto 15:40.

Il patrimonio di Firenze in svendita

9 Giugno 2020
💥  In nome dell’emergenza sanitaria e sociale, Nardella vuole mano libera sui beni vincolati. “Nel decreto semplificazione bisogna consentire ai sindaci delle città d’arte, e sono tantissimi in Italia, di superare un muro di vincoli burocratici sul patrimonio storico-artistico senza il quale noi non potremmo fare niente. (…), non possiamo fare un piano di ristrutturazione vero e serio perché è tutto vincolato. Allora questo decreto semplificazione deve dare ai sindaci dei poteri chiari su tutto il fronte della burocrazia, altrimenti ci prendiamo in giro” 🏦 Ora, sappiamo che già oggi a Firenze, grazie alla variante all’Art. 13 del Regolamento Urbanistico, siano permessi interventi di ristrutturazione degli edifici tutelati come beni culturali, purchè sia garantita la salvaguardia integrale «sostanziale» della sagoma e della facciata. In altre parole, il Comune due anni fa con questa variante si spoglia della sua funzione a tutela del patrimonio storico-architettonico, che resta in mano alla Sovrintendenza. 🏗 Togliendo anche questi ultimi “lacci e lacciuoli”, si darà via libera a ogni intervento. 💲 Già sappiamo che nel post Covid-19 il valore di mercato di molti palazzi e appartamenti di lusso fiorentini sia sceso anche del 30%, e che ci siano società e gruppi (come gli israeliani di Webuyhotel73 “Jointly buying a hotel at covid-19 opportunities”) che apertamente dichiarano di voler approfittare della crisi per acquistare beni a prezzi stracciati: la “semplificazione” che vorrebbe Nardella punta ad attrarre anche questo tipo di “investitori”? 🐑 Intanto Nardella diserta il Consiglio, ma lo ascoltiamo spesso alla Radio in “Un giorno da pecora”, compare nelle trasmissioni internazionali col cappello in mano cercando donatori, cui sarà data la possibilità di “dire la loro” sullo sviluppo della città. 🎢 Intanto le varianti per l’Ex ospedale militare San Gallo e quella dell’Ex Caserma di Costa San Giorgio (con annessa cremagliera che passa dentro Boboli per unire il nuovo resort di lusso a Forte Belvedere) vengono approvate come se nulla fosse successo. 6️⃣ Intanto la Giunta ammette di voler ignorare la Mozione di Sinistra Progetto Comune approvata dal Consiglio, che la invita a reperire i 6 milioni per le spese sociali, risorse già disponibili nel bilancio delle società partecipate. 🤳 Eppure fino a pochissime settimane, e già sembrano anni, fa sentivamo dire dal sindaco che “nulla sarà più come prima”, che dopo il Covid-19 “va ripensato il modello di sviluppo basato sul turismo”, che occorre “combattere la rendita” e “riportare i fiorentini a risiedere in Centro”. 🌬 Tutte parole al vento, come in un incubo sembra che il Covid-19 stia davvero offrendo opportunità per svendere meglio e più velocemente il patrimonio della nostra città. Firenze Città Aperta Svenditalia – Report (08/06/2020) Link alla puntata con le precisazioni di Cecilia Del Re assessore all’urbanistica del Comune di Firenze del 09/06/2020. La risposta del sindaco e del Comune.

#6milioniperFirenze rassegna stampa dopo il presidio

9 Giugno 2020
Invisibili sotto il Palazzo nel primo giorno di consiglio: STAMP Toscana In piazza per un cambio nelle politiche sociali: Novaradio “Sbloccate i 6 milioni per i buoni alimentari”: Firenze Today Protesta in piazza per il reddito di emergenza: QuiNews Firenze Sotto Palazzo Vecchio per chiedere lo sblocco dei 6 milioni: 055Firenze Servizio del TG3 Toscana

Presidio davanti a Palazzo Vecchio #6MilioniperFirenze

9 Giugno 2020
Oggi, durante il presidio organizzato per chiedere l’applicazione della mozione “6 milioni” presentata da Sinistra Progetto Comune e approvata l’11 maggio in Consiglio Comunale, una delegazione composta da Firenze Città Aperta, Potere al Popolo e due attiviste delle reti di solidarietà, ha incontrato l’assessore Vannucci. Volevamo conoscere i tempi di applicazione di questo “Atto di Indirizzo”, che indica come e dove reperire 6 milioni da destinare alle spese sociali (aiuto alimentare, aiuto ai consumi e alle bollette). L’Assessore ha precisato che non si tratta di una modifica di bilancio ma “solo” di un “atto di indirizzo”, aggiungendo che ritiene inopportuno parlare di “vittoria” come abbiamo fatto noi. Sì assessore, per noi anche questo Atto di Indirizzo è una vittoria politica, e appunto, noi volevamo sapere quando e come sarebbe stato dato coerentemente seguito a questo indirizzo, in modo da rendere immediatamente disponibili queste risorse. L’assessore ha aggiunto che dal suo punto di vista, non sarebbe responsabile “tagliare dei servizi” per dare aiuti alimentari. Ora, a parte che la nostra proposta prevede di stanziare vari tipi di aiuti (bollette, aiuti al consumo), non si capisce perché si dovrebbero tagliare dei servizi, quando la mozione approvata in Consiglio prevede per esempio di utilizzare i dividendi delle società partecipate: “PRESO ATTO che il Comune di Firenze potrebbe realizzare un piano di spesa, finanziata attraverso il contributo delle società partecipate che ogni anno erogano ai soci una quantità ingente di utili e dividenti, da risparmi del bilancio 2020, e dalla ‘forzatura’ delle norme e degli accordi con le banche, in virtù del periodo di crisi eccezionale e di sofferenza della popolazione”. Il messaggio è comunque chiaro: è responsabilità del Consiglio Comunale l’approvazione di una variazione di bilancio, in coerenza con questa mozione. L’11 luglio intanto scadono i termini per l’applicazione della mozione. “Non va tutto bene”, l’ha ammesso l’Assessore Vannucci: su questo siamo perfettamente d’accordo. Questi 6 milioni non risolveranno tutti i problemi. Ma intanto iniziamo da qui, con 6 milioni per tante persone potrebbe andare molto meglio. Questa mozione invita la Giunta a reperire 6 milioni, e ci sono passi che la Giunta può e deve fare, anche senza variazioni di bilancio, senza scaricare le responsabilità di quest’atto sul Consiglio Comunale. Il tempo stringe, seguiremo da vicino la questione. Firenze Città Aperta

2 Giugno: come ricordare la nascita della Repubblica e della sua Carta Costituzionale

2 Giugno 2020
Quest’anno, come conseguenza della pandemia da COVID-19, non avremo le consuete sfilate militari il giorno della Festa della Repubblica ed è uno dei pochi fatti positivi nella situazione drammatica che stiamo vivendo. Il 2 giugno si festeggiano la Repubblica e la Costituzione che la caratterizza, frutto della Resistenza e dell’impegno antifascista. Vi sono due articoli in particolare, il 10 e l’11, che scaturiscono da visioni del mondo e della vita completamente alternative a quelle del fascismo. Il primo riconosce il dovere per l’Italia di dare asilo a tutte/i coloro a cui nei loro Paesi sono negati i diritti riconosciuti dalla nostra Carta Costituzionale: è evidente come ciò sia stato influenzato dall’esperienza di chi aveva dovuto cercare rifugio in altri paesi durante il Ventennio. Il secondo ripudia la guerra, che era stata invece un punto essenziale nella teoria e nella pratica fasciste (uno dei motti mussoliniani era “libro e moschetto, fascista perfetto”). Tutto questo, evidentemente, ha poco a che fare con lo spirito che, qualunque sia la situazione politico/istituzionale a cui sono collegate, aleggia nelle parate militari. Sappiamo bene che in certe situazioni è stato, ed è, inevitabile ricorrere all’uso delle armi. Lo è stato ieri durante la Resistenza, fenomeno europeo che contrastò idee e azioni aberranti, ispirate dal concetto che esistano “razze” superiori destinate a dominare il mondo; lo è oggi nel Rojava dove curde/i in armi difendono le loro esperienze di autogoverno locale dalle aggressioni di Daesh e della Turchia di Erdogan. I combattenti di ieri e di oggi sono espressioni di esperienze che mettono al centro ideali e progetti basati sullo spirito di solidarietà, di accoglienza, di inclusione per tutti gli esseri umani, da qualunque parte del mondo provengano (“nostra patria è il mondo intero”, come sostiene un vecchio canto anarchico), sull’uguaglianza di genere, sull’ambientalismo, sull’interculturalità. Hanno un retroterra che affonda le sue radici nella vita di uomini e donne in carne ed ossa, nella loro umanità, nel tessuto di relazioni da loro prodotto, nel patrimonio di idee e di sentimenti che ne scaturisce: si tratta di un insieme di fattori diversi che fanno della Resistenza del secolo scorso un fenomeno non riducibile alla lotta armata e della lotta del popolo curdo una forma di Resistenza esemplare dei nostri giorni. La Repubblica che festeggiamo il 2 giugno ha quindi poco da spartire con eserciti e armamenti e sarebbe più in sintonia con manifestazioni di lavoratrici e lavoratori, di operatrici e operatori del sociale, di persone impegnate in interventi di solidarietà, finalizzati all’interesse collettivo, di cooperazione internazionale, di tutela ambientale (un tema che si impone sempre di più come prioritario per la nostra sopravvivenza). Va messo in evidenza che sono il lavoro (quello che permette la piena realizzazione delle persone e non quello precario, privo di diritti e in certi casi anche schiavistico, oggi prevalente) e l’interesse collettivo punti importanti della Costituzione (tanto che l’iniziativa economica è libera, ma non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale). Va anche rilevato come vi siano stati, e continuino a esservi, atti,

Tutto sulla spesa SOSpesa 2020

30 Maggio 2020
Da qui puoi arrivare a tutte le informazioni riguardanti l’iniziativa Spesa SOSpesa dell’Associazione Firenze Città Aperta. Se vuoi fare una donazione in denaro. Se vuoi unirti a noi come volontario/a.

Spesa SOSpesa: abbiamo bisogno del vostro aiuto

20 Maggio 2020
Care amiche/amici Come forse saprete stiamo collaborando alla raccolta cibo per supportare il lavoro di distribuzione della Comunità delle Piagge di Don Alessandro Santoro, nel quartiere 5 di Firenze. Qui trovate le informazioni. Ma la quantità è insufficiente per le necessità che la crisi economica, indotta dalla pandemia, ha fatto esplodere drammaticamente. Inoltre alcune tipologie di viveri non vengono sufficientemente forniti, per cui è necessario effettuare acquisti mirati. Per tali motivi abbiamo attivato anche tre canali di raccolta fondi, ai quali vi chiediamo di donare anche solo un piccolo, prezioso contributo, e di diffonderne l’esistenza tra i vostri contatti: FacebookAttraverso la collaborazione di attiviste ed attivisti della associazione Firenze Città Aperta. Dopo quella di Sandra Carpi, Andrea Bagni e Massimo Torelli, attualmente è il turno di Francesco Torrigiani. Accedi alla raccolta fondi da qui. Bonifico bancario direttamente sul conto della associazione Iban: IT 46 R 05018 02800 000016784043 Banca etica Agenzia 07 filiale Firenze Beneficiario: Firenze Città Aperta Causale: Donazione per SPESA SOSPESA Crowdfunding Tramite la piattaforma GoFoundMe, a questo link. Potete contribuire anche condividendo questo appello sui social, nelle chat e nelle mailing list: possiamo fare di più! Firenze Città Aperta

La rinascita di Firenze passa attraverso il lavoro

16 Maggio 2020
In molti dicono che non dobbiamo permettere che da questa tragedia si esca con le vecchie logiche di sviluppo. Già negli anni ’70 i lavori di vari autori (Commoner, Gabor&Colombo) mostravano come l’intensità dei consumi di capitale, risorse ed energia fosse inversamente proporzionale alla richiesta di lavoro. In altre parole, un oggetto che richiede alti costi di materiali ed energia durante la sua vita, richiede poco lavoro per produrlo e mantenerlo. La Pennacchi (Il manifesto 1/5/’20) ricorda che il New Deal roosveltiano si basava “sull’idea-cardine che alle persone si dovesse dare non un sussidio ma un lavoro con una paga adeguata”. Quindi per superare la crisi economica di cui vediamo solo l’inizio, riferendoci alla realtà fiorentina dobbiamo partire da quelle che sono le caratteristiche della città e dai suoi bisogni spingendo su investimenti ad alta richiesta di lavoro. Uscendo dalla sbornia turistica ritengo che i punti di forza siano: l’industria meccanica l’Università ed i centri di ricerca l’industria farmaceutica e biomedicale la moda ed il design Le scuole di restauro le biblioteche l’artigianato di alta qualità Per far partire questi settori che spesso sono legati all’esportazione occorrerà attendere che si attenuino le norme di “distanziamento sociale” antivirus, e considerare comunque che difficilmente si tornerà alla situazione pre-pandemia; il timore di nuovi spillover resterà. Nel frattempo che facciamo? Il PO in elaborazione del Comune dovrà aprire fortemente all’uso delle fonti rinnovabili facilitando la formazione di Comunità Energetiche che attualmente possono formarsi per l’uso del fotovoltaico. Secondo un recentissimo studio dell’Università di Oxford, ogni investimento nell’energia pulita crea il triplo dei posti di lavoro rispetto allo stesso ammontare speso nei combustibili fossili. E inoltre, le infrastrutture connesse a fonti rinnovabili come eolico e solare sono più “resistenti” agli effetti perversi della globalizzazione, come le delocalizzazioni. Si dovrebbe spingere Fiorentinagas (o altri interessati) ad attuare una politica di cogenerazione. Usare direttamente il calore di scarto dalla produzione di energia elettrica nel riscaldamento/condizionamento e l’energia elettrica per riscaldare altre abitazioni con pompe di calore. A parità di servizio emetteremmo il 40% in meno. In questo modo si diffonderebbe l’uso delle pompe di calore, fondamentale in un passaggio futuro a sistemi prevalentemente elettrici. L’attuale incentivazione per interventi di risparmio energetico e sicurezza sismica prevede sgravi fiscali fino all’80%, sgravi che dovrebbero essere ulteriormente aumentati. Non tutti possono permettersi l’investimento, tuttavia è già possibile cedere il credito fiscale ad una azienda che faccia l’intervento. Purtroppo le aziende toscane sono spesso piccole e sottocapitalizzate; spetta alle aziende pubbliche intervenire, in particolare a Firenze potrebbe essere Casa SpA a guidare una serie di interventi che rimetterebbero in moto l’edilizia ed i settori connessi, studi professionali ed impianti. Si potrebbe coinvolgere l’Università per interventi innovativi che accedano a fondi di ricerca. Ai GAS (Gruppi di Acquisto Solidale, nel settore dell’approvvigionamento alimentare ), potremmo aggiungere un nuovo tipo di GAS, Gruppi di AFFITTO Solidale. In questo caso una serie di beni verrebbero acquisiti e messi a disposizione dei soci che pagherebbero solo una quota di “sostituzione”; ciò incentiverebbe la produzione

Verso un programma di sinistra per uscire dalla crisi

15 Maggio 2020
È indubbio che il Governo attuale tenga maggiormente presenti le esigenze della grande impresa che quelle dei lavoratori e delle lavoratrici (come del resto hanno fatto, in misure diverse, tutti quelli – di destra, di centro e di centro-sinistra – che l’hanno preceduto). Per superare la drammatica crisi che stiamo vivendo, occorre impegnarsi a livello politico-istituzionale, ma anche in ambito sociale, sindacale e di movimento su obiettivi precisi: – la tutela dei diritti di chi lavora, che sono sotto attacco da parte della Confindustria con il pretesto dell’emergenza; – il sostegno doveroso delle istituzioni, attraverso il reddito di cittadinanza, a chi il lavoro lo perde (o viene reso ancor più precario); – la regolarizzazione di tutte/i le/i migranti presenti in Italia (un punto su cui Salvini, rimasto un po’ in ombra perché oscurato dal virus, è tornato ad essere sé stesso); – l’istituzione di un’imposta patrimoniale per reperire i fondi necessari (per far fronte alla crisi economica e occupazionale); – il rilancio, con adeguati finanziamenti, della sanità pubblica, di cui il virus ha messo ancor più in luce l’insostituibilità; – la riproposizione con forza delle misure urgenti, a livello nazionale e locale, per contrastare la devastazione dell’ambiente; – la riduzione delle spese militari; – l’inversione di rotta rispetto alle politiche militariste e di guerra che l’Italia ancora persegue (con l’acquisto degli F/35, ad esempio); – la cessazione della produzione e del commercio di armi; – la revisione in profondità del sistema educativo. Il tutto accompagnato da un’accorta vigilanza sul fatto che i provvedimenti dettati dall’emergenza siano effettivamente necessari e non divengano stabili. È affrontando questi temi, dandoci questi obiettivi, mobilitandoci su di essi, che si potrebbe cercare veramente che nel dopo-emergenza non si tornasse alla normalità di prima. Moreno Biagioni #CronacheDalFuturo

Rassegna stampa #6MilioniperFirenze

14 Maggio 2020
VITTORIA! Firenze Città Aperta con Sinistra Progetto Comune: impegno del Comune per 6 milioni di euro. Rassegna stampa “Consiglio comunale approva mozione di SPC”. Il sito di Firenze “Firenze: 6 milioni a favore dei bisognosi”. Nove da Firenze “L’Assemblea di Palazzo Vecchio batte un colpo”. Il Manifesto “Passa la mozione di Spc”. STAMP Toscana “Ma la Sinistra di Bundu e Palagi sui 6 milioni, non molla”. La Nazione “Passata una mozione della sinistra di Bundu e Palagi”. La Repubblica Scarica la mozione approvata #6MilioniperFirenze

Vittoria! Bundu e Palagi: “Impegno del Comune a sostegno delle persone in difficoltà per 6 milioni”

13 Maggio 2020
Approvata dal Consiglio comunale la proposta portata avanti da Sinistra Progetto Comune e Firenze Città Aperta. “Assieme a Firenze Città Aperta avevamo lavorato alla proposta da 6 milioni avanzata per il nostro Comune, perché ci fosse un intervento diretto teso a far fronte alle numerose emergenze presenti sul territorio. Le risorse stanziate – ricordano i consiglieri di Sinistra Progetto Comune Antonella Bundu e Dmitrij Palagi – non bastano e sono legate a quanto arriva dal livello nazionale e regionale. Non sono bastati i soldi per gli aiuti alimentari, per i buoni spesa e per il contributo affitti: la richiesta continua a crescere. Inoltre tante persone e famiglie stanno denunciando la difficoltà a far fronte alle bollette, di cui si è sospesa solo la scadenza.  Riteniamo che ogni ipotesi di ulteriore indebitamento dell’ente utilizzando il proprio patrimonio immobiliare sia da rifiutare, mentre abbiamo proposto concretamente delle strade diverse. Siamo soddisfatti del risultato conseguito oggi in aula che attesta come la nostra opposizione sia interessata a trovare risposte per la nostra Città, pur avendo molte perplessità sul percorso chiamato “Patto per la Città” e su alcune affermazioni di queste settimane sotto emergenza. Ringraziamo Firenze Città Aperta per il lavoro che voluto condividere con noi, permettendo di arrivare a un atto modificato in parte rispetto a quando inizialmente pensato, ma non mutato nella sostanza. Il nostro voto è ovviamente quello di tutta la coalizione, in questi mesi sempre coerente a un programma elettorale che aveva saputo indicare una direzione politica confermata da questa mozione”. Oggi – aggiungono Francesco Torrigiani e Tommaso Grassi di Firenze Città Aperta – è stato approvato un vero e proprio piano di spesa, con delle indicazioni che vanno nella direzione come indicato dal nostro atto. In particolare la Giunta ha ricevuto dal Consiglio l’indicazione di utilizzare le risorse dai risparmi delle utenze e ha proposto di non pagare gli interessi sui mutui in essere, dirottando le risorse per pacchi alimentari, buoni spesa, sostegno al pagamento delle bollette e ad un concreto sostegno all’affitto alle famiglie che stanno soffrendo questa situazione. La crisi non può aspettare e non può dipendere solo dall’azione del governo. Questo ci ha mosso.  Soddisfazione che dimostra come le proposte se elaborate entrando nel merito e calandosi nella realtà del nostro Comune possano vincere anche le resistenze politiche di chi ha raramente saputo ascoltare. Siamo convinti che la vittoria di oggi sia della Città e per la cittadinanza, prima che di qualunque parte politica”. Sinistra Progetto Comune e Firenze Città Aperta #6MilioniperFirenze Scarica la mozione approvata

PROVIAMO A CAPIRCI: PAROLE E CONCETTI NELLA PANDEMIA

11 Maggio 2020
Primo appuntamento giovedì 14 maggio, ultimo giovedì 11 giugno. Scarica il programma completo In questi mesi di pandemia emergono parole usate in passato e del cui significato si era persa la memoria, accanto ad altre più comuni ma che vengono spesso fraintese, perché usate in modo confuso e improprio.E alcune parole sono diventate di larghissimo uso e di difficile interpretazione. “Ma l’ordinanza lo permette? Ordinanza della Regione, del Comune o ti riferisci al Decreto del governo?” qui ci stavamo interrogando sul conflitto di competenze Stato Regioni. “Stai in famiglia” ma cosa è la famiglia? In questi mesi quante volte ci siamo trovati in queste discussioni o scambi. Il fenomeno è particolarmente evidente in campo giuridico e socio-politico. Proviamo a capirci! E impariamo a riusare queste parole con proprietà.Proponiamo perciò un primo CICLO FORMATIVO di 9 incontri(dalle 18.45 alle 19.30), in cui esperti ed esperte offrono il loro contributo di chiarimento e approfondimento. Percorso di formazione con: Alessandra Algostino ( Unito), Gianluca Bonaiuti ( Unifi), Erika Cellini ( Unifi), Alberto Chellini ( Unifi), Wladimiro Gasparri ( Unifi) Francesco Pallante (Unito), Giuseppe Matulli ( Ist. storico Resistenza) Livio Pepino ( già magistrato), Silvia Rodeschini ( Unifi). Puoi seguire gli incontri su: ✅ DIRETTA FACEBOOK✅ DIRETTA YOUTUBE PROGRAMMA Tutti gli incontri si svolgono dalle 18.45 alle 19.30 Giovedì 14 maggio Alberto Chellini – Università di Firenze – Conflitto di competenze Stato Regione Martedì 19 maggio Alessandra Algostino – I diritti e le libertà insopprimibili nella pandemia Giovedì 21 maggio Wladimiro Gasparri – La requisizione Martedì 26 maggio Francesco Pallante – Stato d’emergenza e costituzione Giovedì 28 maggio Silvia Rodeschini– Casa e spazio pubblico Mercoledì 3 giugno Livio Pepino – Diritto penale e sicurezza Venerdì 5 giugno Gianluca Bonaiuti – Catastrofe, stress collettivo, la gestione politica Martedì 9 giugno Erika Cellini – Famiglia e differenze di genere Giovedì 11 giugno Giuseppe Matulli – Le requisizioni di La Pira Scarica il programma completo Firenze Città Aperta

Tutto bene ma non benissimo, a Firenze: bloccato oggi l’accesso di nuove famiglie al servizio Pacchi alimentari

8 Maggio 2020
Mentre la consegna di buoni alimentari, finanziati essenzialmente con fondi governativi, è terminata da quasi un mese, oggi ci arrivano notizie da parte di varie realtà e persone attive in diversi quartieri: chi non era nella lista dei destinatari dei pacchi alimentari e oggi ha chiamato il numero del comune per richiederli, si è sentito rispondere: “ci lasci il suo telefono, le faremo sapere”. In alcuni casi oggi si è supplito con dei buoni spesa forniti da una fondazione privata. Preoccupa la mancanza di informazioni chiare da parte del Comune, che sembra attendere la chiusura della campagna di crowdfunding per fare comunicati ufficiali, e il fatto che ci si affidi a raccolte fondi da privati per rispondere a bisogni assolutamente primari delle persone. Serve ed è possibile, un intervento strutturale. Preoccupa la difficoltà di accesso di informazioni chiare, che penalizza le persone più vulnerabili. Preoccupa anche il possibile cambiamento di numeri telefonici e procedure di riferimento, che potrebbero variare in base ai donatori/finanziatori, rischiando di rendere le pratiche, già non banali, inaccessibili per persone che vivono in condizioni di estrema vulnerabilità Preoccupa lo scarso coinvolgimento delle associazioni che operano sul territorio. Preoccupa che un servizio così importante possa essere delegato a una associazione privata e a dinamiche di donazione benevola che mettono a rischio la continuità del servizio e dell’assistenza . Firenze Città Aperta e Sinistra Progetto Comune hanno analizzato il bilancio del Comune, identificando una serie di voci e di meccanismi che renderebbero disponibili 6 milioni di euro, tra cui 1 milione, da Toscana Energia, che consentirebbero di coprire la spesa per i pacchi alimentari fino a dicembre 2020. Proposta che sarà discussa lunedì in Consiglio Comunale. Speriamo che sia fatta chiarezza sui pacchi alimentari, e soprattutto speriamo che la vecchia logica di delegare al terzo settore la copertura dei diritti e dei bisogni sociali, lasci il posto a una logica diversa, che recupera centralità al pubblico. Mai come oggi serve un po’ di coraggio, unito a una buona analisi del bilancio comunale e di quello delle imprese partecipate. Crediamo che questa sia la lezione da trarre dall’emergenza sociale che Covid-19 ha creato a Firenze. Firenze Città Aperta

Spesa SOSpesa: Quartiere 5 solidale

7 Maggio 2020
Sostieni le famiglie in difficoltà del quartiere 5 acquistando qualcosa in più quando fai la spesa L’emergenza coronavirus non è solo sanitaria ma anche economica e sociale: per molte famiglie è diventato difficile procurarsi anche i beni di prima necessità. La perdita del posto di lavoro o l’impossibilità di svolgere piccole attività quotidiane rappresentano la perdita improvvisa dell’unica fonte di reddito per fasce di popolazione che non godono di alcuna protezione. La Comunità delle Piagge sta sostenendo un gran numero di famiglie che in questa situazione mancano dei minimi mezzi di sopravvivenza. Possiamo aiutare la loro azione con un semplice contributo: la spesa sospesa solidale. Chi entra in un negozio per fare la spesa, acquista qualcosa in più e lo lascia presso il negoziante in modo che possiamo in seguito ritirarlo per distribuirlo alle persone in difficoltà. Forniremo ai negozianti un contenitore dove mettere gli articoli acquistati e ci accorderemo per il ritiro, porteremo anche un volantino informativo da affiggere nel negozio. Servono:Alimenti a lunga conservazionePasta, passata di pomodoro, legumi, tonno, sardine e carne in scatola, riso, farina, zucchero, caffè, latte UHT, olio di semi, biscotti, patate, cipolle, pane a cassetta, pane di giornata invenduto, omogeneizzati per bambini e fette biscottate.Articoli per l’igienePannolini neonato varie misure, carta igienica, dentifricio, bagnoschiuma, shampoo e sapone, assorbenti donna, sapone piatti e sapone bucato. Chiediamo ai negozianti di aderire a questa iniziativa, e a tutti voi di contribuire a diffonderla fra i negozi che conoscete e che frequentate abitualmente. La lista degli esercizi aderenti verrà pubblicizzata tramite social e inserita in questa mappa. VOLONTARI/E PER IL RITIROAbbiamo bisogno di volontari/e per il ritiro dei contenitori e la consegna in un centro di raccolta. Gli/le interessati/e possono scrivere a robertodiloreto@gmail.com NEGOZIANTIPer comunicare l’adesione del vostro negozio -telefono o Whatsapp: Caterina 3200138762 o Sandra 3382708123 -mail: posta@comunitadellepiagge.it o a sandra.carpilapi@gmail.com SCARICA MATERIALIVolantino spesa SOSpesaVolantino commerciantiVolantino volontari

Fase 2

3 Maggio 2020
Il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, mi pare abbia fatto un errore quasi pedagogico nella famosa conferenza stampa che ha annunciato questa benedetta fase due. Quando nelle scuole si parte (si partiva) in gita scolastica si stabiliscono delle regole in parte nuove, non c’è più il set della classe a definire confini e comportamenti – sui quali pure si può e si deve anche “giocare”, ma si trasgredisce qualcosa che esiste e in parte dà misura. Fuori, tutto si confonde un po’. Una buona regola è fare patti chiari e onesti, contrattazioni che definiscono comportamenti condivisi. Molto sbagliato, secondo me, annunciare norme che poi non sei in grado di far rispettare. Tanto più che quasi sempre tutti sanno che non c’è nessuna possibilità di controllare: si fa finta di accettare ma è un po’ una farsa. Serve a chi detta le regole per salvarsi la coscienza – io l’avevo detto che non dovevate farlo – ma in realtà ti fa perdere molta autorità e soprattutto svaluta il tuo rapporto con gli studenti. Non li responsabilizza, tu non ti fidi di loro. Loro non si fideranno di te. Alla fine hai un mare di norme e nessun comportamento davvero condiviso. Qui siamo all’opposto della gita, siamo alla autoreclusione, però in questa seconda fase rischia di saltare un vero accordo sulla condivisione dell’emergenza. Per la verità non mi è dispiaciuto in questi mesi lo stile comunicativo di Conte. Complice, forse, il fatto che sono stato in contatto con persone – spesso giovani – che lo vivevano come un personaggio molto diverso dai tradizionali “politici”. Più tranquillo per certi versi, nel senso che non essendo “uomo di partito” sembrava meno interessato alla propaganda deteriore, a quella campagna elettorale permanente a cui ci siamo abituati negli ultimi anni. Probabilmente era ed è solo un modo più elegante di stare sulla scena, più sobrio ed equilibrato, però credo che abbia funzionato. Una sorta di disinvolto paternalismo, accettabile perché capace di una certa empatia. E quando faceva riferimento alla Costituzione dava l’impressione di sapere di cosa parlasse. Oggi Meloni e Salvini o Renzi che gridano al regime totalitario dell’uomo solo al comando e alla marginalizzazione del parlamento (che pure c’è) non è che brillino di credibilità. E tuttavia adesso, in questa famosa fase due, qualcosa non va. Lasciamo perdere le critiche che il governo ha ricevuto da destra. Le questioni legate alla chiusura delle aziende, al lavoro, al commercio o al turismo sono certo importanti, ma non possano fare dimenticare il rischio alto che rimane per lavoratrici e lavoratori, per i trasporti o per l’affollarsi nei luoghi delle città. Le persone ancora muoiono, sole. Ancora i contagiati contagiano. Allora la critica per i ritardi nella ripartenza dell’economia può essere feroce solo da parte di chi mette le ragioni della produzione e dei profitti al di sopra di quelle della salute, della tutela dei lavoratori, delle lavoratrici e delle loro famiglie. La Confindustria, Renzi e il resto della destra. Per la verità mi convincono poco anche certe

Al canto di “Bella ciao” una nuova Resistenza

2 Maggio 2020
Il leitmotiv del 25 Aprile – “Bella ciao” è stato il canto leitmotiv del 25 aprile appena trascorso (nonostante l’isolamento a cui siamo stati costretti dal corona/virus). Lo si è cantato dai balconi, lo si è trovato sui social in molte versioni, è rimbalzato da un sito internet all’altro. Penso che ciò abbia una valenza positiva, perché si ricollega a valori resistenziali, ad impegni comuni di solidarietà sociale, ad un senso della collettività che emerge nei momenti di maggiore difficoltà. Il vecchio partigiano fiorentino Marcello Citano – nome di battaglia “Sugo” -, scomparso da poco, non amava cantarla, questa canzone, perché sosteneva, ed aveva ragione, che non l’aveva mai sentita durante la Resistenza. Si tratta infatti di un “prodotto” posteriore (frutto, a suo dire, di un “imborghesimento” successivo al periodo glorioso della lotta contro i nazi-fascisti, durante il quale, in montagna, i canti erano quelli di lotta, comunisti, socialisti, anarchici). Non teneva però conto, Sugo, del cammino che “Bella ciao” aveva fatto, nel tempo, in Italia e nel mondo, divenendo un canto veramente partigiano, anche se postumo, che si può ascoltare nelle situazioni più varie, nei Social Forum, nelle manifestazioni per un altro mondo possibile, nelle iniziative contro i fascismi di ieri e di oggi. Fino ad avere versioni in lingue diverse (ed è emozionante sentirlo cantato in curdo nel Rojava, una zona di “resistenti” degli anni 2000). La nuova Resistenza – Per questi motivi dovremmo assumerlo come motivo che caratterizza la nuova Resistenza da realizzare oggi: contro i fascismi/sovranismi/populismi che, sebbene parzialmente oscurati dalla pandemia in atto, sono pronti a ritornare in campo ed a prendere il sopravvento, mettendo in un angolo la Costituzione stessa, ma anche contro il liberismo imperante che ne costituisce il brodo di coltura. Non solo: dalla nuova Resistenza dovrebbe scaturire la svolta, da tradurre in fatti concreti – senza limitarsi alle sole parole -, che ha come orizzonte la sopravvivenza del pianeta (come da quella di oltre 75 anni fa ebbe origine la svolta che portò alla Carta Costituzionale repubblicana). È inutile ripetere che non bisogna uscire dal clima emergenziale tornando alla normalità di prima, se questa uscita non si comincia a prepararla fin da ora, con elaborazioni, confronti, atti che progressivamente costruiscono il “nuovo”. Occorrono indubbiamente politiche radicalmente diverse a livello istituzionale (in Italia ed anche in Europa), ma è necessario muoversi pure dal basso, ponendo gli obiettivi della tutela ambientale a partire dai luoghi in cui si abita (dai comuni, dai quartieri, persino dai condomini). La necessità, indubbia, di far ripartire il mondo produttivo – dopo la parziale sospensione delle attività dovuta al corona/virus – costituisce un’occasione per porre con forza la questione della riconversione ecologica dell’industria, dello stop immediato alle grandi opere inutili e dannose (di cui, invece, si sollecita, da più parti, l’attuazione proprio per dare il segnale del rilancio dell’economia), degli indispensabili investimenti per la difesa del territorio, il recupero delle zone abbandonate, la riqualificazione dell’agricoltura (questi sì elementi che rilancerebbero l’economia, ma in una direzione diversa, in sintonia

Mobilità in fase 2: riaprire la ZTL non è la soluzione!

28 Aprile 2020
Comunicato stampa di Firenze Città Aperta – Firenze 28 aprile 2020 Mobilità in fase 2 Firenze Città Aperta sull’eventualità di riaprire la ZTL al traffico privato: l’amministrazione fiorentina brancola pericolosamente nel buio di fronte alla necessità di garantire la mobilità delle persone nel rispetto delle distanze di sicurezza. Le nostre proposte alternative per una mobilità sostenibile, rispettosa delle misure di distanziamento, rispettosa della sicurezza stradale, rispettosa della salute pubblica. Mentre in tutte le città europee e italiane le amministrazioni locali lavorano su pedonalizzazioni e reti ciclabili di emergenza, a Firenze si fa avanti l’idea di aprire al traffico privato la ZTL che protegge il Patrimonio Unesco e la vivibilità del centro storico per i residenti. Ma allora questa emergenza sanitaria non ci ha insegnato niente? Si moltiplicano gli studi che legano la diffusione del virus all’alta concentrazione di particolato nell’aria. Si moltiplicano gli appelli di università, scienziati e organismi internazionali per un’uscita dal lockdown che porti con sé una trasformazione e un ridimensionamento della nostra impronta ecologica sul mondo. Anche solo la messa in dubbio della ZTL rivela che l’amministrazione fiorentina brancola pericolosamente nel buio di fronte a quello che sarà uno degli aspetti centrali della fase 2: come garantire la mobilità delle persone nel rispetto delle distanze di sicurezza. Invitiamo con forza il sindaco Dario Nardella, l’assessore alla mobilità Stefano Giorgetti e tutta la giunta ad aprirsi al confronto con le molte città italiane che hanno già iniziato le sperimentazioni e ad utilizzare gli strumenti e le competenze messe a disposizione dalle associazioni e dagli urbanisti che da anni si occupano di mobilità sostenibile. Un’altra mobilità è possibile: è una mobilità rispettosa delle misure di distanziamento, rispettosa della sicurezza stradale, rispettosa della salute pubblica. E non passa dall’uso del mezzo privato. Firenze Città Aperta propone: – l’aumento delle corse di tutti i mezzi pubblici (treni, tramvia, bus) per rispettare le normative sul distanziamento; – l’incremento delle corsie preferenziali per garantire la funzionalità del servizio; – la creazione in tempi brevissimi di una Rete di Mobilità di Emergenza nelle strade ad alto scorrimento. La Rete deve essere costituita da spazi pedonali e piste ciclabili realizzate sottraendo carreggiata alle auto private, attraverso l’installazione temporanea e removibile di segnaletica orizzontale e verticale; – la ciclabilità diffusa in ZTL e nelle strade di quartiere da attuare attraverso la limitazione della velocità: “zone 30” (velocità max 30km orari) per garantire la sicurezza di chi sceglierà di lasciare l’auto a casa. Bisogna tenere presente che avremo in strada molti minori, anziani, categorie fragili, che hanno il diritto in special modo dopo due mesi di esclusione, di godere della possibilità di muoversi nello spazio pubblico in sicurezza; – la pedonalizzazione diurna di almeno una strada in ogni quartiere: è necessario per attuare il rispetto delle distanze di sicurezza fra gli utenti degli esercizi commerciali, istituire la pedonalizzazione delle “strade dei negozi” (quelle con concentrazione di attività commerciali e marciapiedi stretti, dove è alto il rischio di sosta selvaggia) – la predisposizione e l’ampliamento ad uso dei

Rassegna stampa #6MilioniperFirenze

27 Aprile 2020
Articoli sulla stampa locale relativi a #6MilioniPerFirenze, proposta di Sinistra Progetto Comune e Firenze Città Aperta. Il ManifestoLa Sinistra fiorentina avverte Nardella: “Occorrono altri 6 milioni per le famiglie messe ko dal virus”. Leggi per intero STAMP ToscanaSinistra, piano da 6 milioni dal bilancio, contro l’emergenza. Leggi per intero Il Sito di FirenzeSPC e Firenze Città Aperta: “6 milioni di euro per raddoppiare gli aiuti: ecco come”. Leggi per intero Nove da FirenzeSostegno a chi è in difficoltà: sono finiti i fondi?. Leggi per intero AskanewsCoronavirus, Sinistra: Comune Firenze trovi 6 mln per famiglie. Leggi per intero Corriere FiorentinoLa Sinistra. Contributi e buoni spesa: il Comune ha fatto poco. Leggi per intero #6MilioniPerFirenze

La difesa della Patria: e se costruissimo ospedali anziché cacciabombardieri?

27 Aprile 2020
Siamo dentro una pandemia mondiale di Covid-19, quasi tutto il mondo è in lockdown, le città sono deserte, spettrali. Uno dopo l’altro i paesi industrializzati e poi gli altri hanno dichiarato il “tutti in casa” per ridurre la velocità di propagazione del virus. Abbiamo vissuto una Pasqua 2020 di dolore e di paura per il futuro che si presenta difficile dal punto di vista economico e sociale. Sono state bloccate in Italia molte filiere produttive considerate non essenziali, gli operai e i precari sono andati in cassa integrazione, sono state erogate sovvenzioni ai liberi professionisti e forniti aiuti alimentari agli indigenti. Si usano parole ed analogie di guerra anche se questa non è una guerra, qualcuno dice che è il pianeta che ci punisce; credo sia più semplicemente la nostra supponenza. Tra le attività essenziali è rimasta la produzione degli F35, almeno delle componenti realizzate in Italia. Questo cacciabombardiere multiruolo e da attacco è divenuto un simbolo delle spese militari assurde per un paese che nella Costituzione ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali (Art.11). Al costo unitario di almeno 80 milioni di euro vanno aggiunti i costi di gestione, ma importanti sono alcuni aspetti di sicurezza legati al software di controllo dei sistemi di bordo che resta di proprietà USA ed i cui dati saranno sempre di loro proprietà. La pandemia pone però anche un problema di scelte strategiche, di idee sulla difesa del Paese, che dovrebbe significare capacità di difendere la vita, la salute, le proprietà e la libertà dei cittadini. Il timore è che i capi militari siano sempre in ritardo rispetto all’evoluzione delle tattiche di guerra. Abbiamo visto in passato cariche di cavalleria contro mitragliatrici e carri armati, la linea Maginot aggirata semplicemente. Gli USA non vincono una guerra da quella contro la Corea, che era uno scontro sul campo di eserciti, così come la battaglia contro l’Iraq; dico battaglia perché la guerra contro l’Iraq è degenerata nella lotta al Daesh e non è ancora finita, avendo coinvolto la Siria e la Turchia. In tutti i casi si è visto che contro forze che “nuotano nel popolo come pesci” per dirla alla Mao, gli eserciti tradizionali e gli armamenti potenti non servono che a provocare distruzioni e morti tra civili, ma poco contribuiscono a vincere una guerra. Lo ha imparato anche la Russia in Afghanistan. D’altra parte assistiamo alla diffusione di bande armate e gruppi terroristici che portano avanti sanguinose guerriglie contro governi che non riescono ad avere il controllo del territorio, come in Somalia con Al Shabaab legato ad Al Quaida, in Niger con Boko Haram e sempre più nel Sahel con gruppi che si rifanno alla Jihad per la rinascita del Califfato. L’Arabia Saudita non riesce a vincere la guerra nello Yemen senza truppe sul campo. Tutti gli armamenti nucleari ed i missili hanno sempre fatto paura, ma non servono a vincere una guerra, forse ad evitarla per paura di una reciproca distruzione secondo la dottrina MAD (Mutual Assured Destruction). Viceversa

La Resistenza, un movimento di popolo a livello europeo

25 Aprile 2020
Il 25 aprile si festeggia la vittoria sul nazifascismo, un “mostro” che intendeva assoggettare il mondo. Una vittoria non definitiva: come ha scritto Bertold Brecht, “il grembo che lo partorì è ancora fecondo”. È estremamente importante, quindi, mantenere vivo, attivo, capace di incidere, quello spirito di Resistenza che fu determinante per la sua sconfitta. Fu un movimento di popolo che attraversò vari paesi e unì, in nome dell’umanità e della civiltà, persone diverse – per origine e ruolo sociale, per convinzioni politiche, per orientamenti ideali. La Resistenza si attuò, naturalmente, attraverso la lotta in armi dei partigiani e delle partigiane e il lavoro prezioso, altamente pericoloso, di chi – in genere donne – faceva da staffetta e portava in giro le armi, ma fu qualcosa di molto più ampio (che rese possibile ad un ristretto numero di coraggiosi/e combattenti, male armati/e, di affrontare un nemico dotato di armi potenti). Fu Resistenza: la solidarietà concreta di contadini/e, che permise alle bande partigiane di resistere sui monti, il sostegno alla popolazione ebrea che cercava di sfuggire al tragico destino che l’avrebbe portata nei campi di sterminio (in Danimarca si riuscì, facendoli passare di città in città, di paese in paese, di villaggio in villaggio, a trasferirne la quasi totalità in Svezia, nazione non occupata dai nazisti), gli atti di cura rivolti a coloro che fuggivano dai campi di concentramento o erano renitenti alla leva, compiuti per lo più dalle donne, il rifiuto di collaborare con i nazisti occupanti (in un romanzo “Il silenzio del mare”, diffuso clandestinamente in Francia durante l’occupazione, questo atteggiamento diviene, emblematicamente, il silenzio assordante di un nonno e del suo piccolo nipote nei confronti dell’ufficiale tedesco che sono costretti ad ospitare), l’opera continua d’informazione – di contro/informazione – e di sensibilizzazione effettuata, a rischio della vita, nelle città occupate, con la diffusione di volantini e della stampa clandestina, l’effettuazione di scioperi per “il pane e per la pace”, da parte della classe operaia, come avvenne nell’Italia ancora sotto il giogo nazifascista nel 1943 e nel 1944, l’impegno dei lavoratori e delle lavoratrici per impedire la distruzione, o i danneggiamenti, delle attrezzature degli stabilimenti, in modo da poter poi riprendere il lavoro in tempi brevi a guerra conclusa, il diniego dei militari italiani deportati in Germania, e rinchiusi nei campi, di aderire alla Repubblica di Salò, diniego che riguardò la maggior parte di loro e che li mantenne in prigionia, la capacità di autogoverno che portò alle esperienze delle “repubbliche partigiane” in alcune zone temporaneamente liberate ed alla nomina di amministratori cittadini da parte del CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) subito dopo la liberazione, come accadde a Firenze nell’agosto del 1944, il mantenere una vita culturale, critica e di opposizione, nelle condizioni drammatiche dell’oppressione dittatoriale e della guerra. Certo, le truppe alleate furono determinanti per sconfiggere sul campo i nazi-fascisti, ma la Resistenza popolare, oltre a dare un notevole contributo anche sul piano militare, risultò essenziale per creare un clima diverso, ostile al fascismo ed al nazismo, per giungere

25 aprile 2020: non ti chiedo di amarmi sempre così, ma ti chiedo di ricordare

25 Aprile 2020
In piazza Poggi, il 25 aprile, per il pranzo dell’Anpi. Il sole, le bandiere e gli abbracci. Poi in Santo Spirito il pomeriggio con le bancarelle, i libri e la manifestazione. L’inizio della primavera. Per tutte e tutti una festa vera. In un certo senso proprio di famiglia. Un po’ perché ci vai portando bambine e bambini, genitori e nonni. Un po’ perché ti senti davvero “con i tuoi cari”. Anche se sconosciuti. Con le persone con cui condividi pensieri e parole e sentimenti. Una specie di fratellanza. Sentire quasi fisicamente l’appartenenza a una comunità, l’avere uno sguardo condiviso sulla vita. Un senso comune. Sui prati di Firenze, al De Martino di Sesto, a Fosdinovo, si sono sempre incontrate generazioni diverse, ed è anche questo un piccolo miracolo, non succede spesso negli ultimi anni: per i giovani la politica è un’altra cosa rispetto a chi ha vissuto la storia del Novecento. È coinvolgimento personale, immediato, esistenziale – volontariato più che militanza. E tuttavia quando venivano nelle scuole i vecchi partigiani a raccontare se stessi, avevano sempre un successo straordinario: perché parlavano della loro vita, delle sofferenze e delle speranze, degli amici perduti. E si commuovevano nel ricordare. In uno splendido libro, “La resistenza taciuta”, si può leggere il ricordo di Teresa Cirio, giovane staffetta della resistenza piemontese. “Una volta mentre facevo uno di questi viaggi, capita un bombardamento e un mitragliamento spaventoso. Mi butto giù dal treno, così come viene, e finisco in un prato. Mi buttavo sempre a terra col mio corpo sopra la valigia dal doppio fondo (…). Mi butto nel prato. Era primavera e nel prato c’erano delle viole, delle viole! E io, talmente mi piace la natura, mi faccio un bel mazzetto, durante tutto il bombardamento. E poi arrivo sul treno. Tutti mi hanno guardata così… Perché io me ne arrivavo lì, con le mie viole, tutta contenta. Si rischiava la morte, però talmente c’era la gioia di vivere! Delle volte io leggo che i compagni erano tetri. Non è vero. Eravamo sereni. Anzi eravamo proprio felici, perché sapevamo che facevamo una cosa molto importante”. Per quei grandi vecchi la politica era quella cosa importante di Teresa. Una cosa che dà felicità. Allegria perfino nel naufragio. Credo che questo abbia senso anche per i giovani. Ancora. Il 25 aprile ci si ritrova in una sorta di rito laico, collettivo. Una religione civile, di appartenenza culturale, etica, emotiva. Quest’anno sarà più difficile essere vicini. Niente piazze, bandiere, veri abbracci. Niente pane da spezzare insieme, da compagni. E il ricordo di tante persone che se ne sono andate. I loro cari, figlie e figli, nipoti, li hanno visti uscire in ambulanza e poi più niente. Forse una telefonata o una email – l’equivalente del telegramma in tempo di guerra. Neppure una piccola cerimonia. E dopo la prima ondata di solidarietà dai balconi o dai messaggi sui muri, che ha risposto intensamente alla chiusura di tutto, oggi la sensazione è che avanzi forte la stanchezza, il senso di solitudine,

#6MilioniPerFirenze: la proposta

24 Aprile 2020
Soldi immediati per l’Emergenza economica e sociale. Serve un intervento economico diretto e immediato del Comune Ora. Una proposta da 6 milioni di euro. SPENDERE PER COSA La nostra proposta è finalizzata a: ·         PACCHI ALIMENTARI– rendere permanente per il 2020 l’erogazione ·         BUONI SPESE: ripetere la distribuzione terminata allargando la platea a chi è risultato escluso ·         CONTRIBUTI AFFITTI– si prevede di coprire ulteriori 2.200 famiglie ·         FONDO BOLLETTE/LIQUIDITÀ– si prevede di istituire un fondo per piccoli contributi di liquidità per famiglie in assoluta – almeno 1.000 famiglie DOVE RECUPERARE LE RISORSE Nel PESSIMO bilancio comunale, una giunta che ha il CORAGGIO di impegnarsi per questa emergenza può immediatamente, con CORAGGIO, attivare le seguenti proposte, divise in 3 capitoli. CAPITOLO PARTECIPATE ·         Erogazione da Toscana Energia– A Prato Consiag ha erogato come donazione liberale 1 mln di euro per l’emergenza ai comuni pratesi. CHIEDIAMO al Comune di attivarsi su per analoga erogazione e di destinare tali risorse ai Pacchi Alimentari ·         Anticipazione del 50% dei canoni e degli utili da Publiacqua e Toscana Energia. Prevediamo di utilzzare il 17% di tale importo pari a euro 2,5 mln per i Buoni Spesa. ·         Utilizzo del fondo morosità di Publiacqua pereuro 300.000 per Fondo Bollette BILANCIO COMUNALE ·         Riduzione Spese per Pandemia– in questi mesi si sono ridotte le spese per utenze e consumi. Si consideri che le spese sono circa 27 mln complessive annue. Prevediamo un risparmio di 2 mln da destinare per il 10%, ovvero 200.000 al fondo bollette MUTUI ·         Mutui-pagamento solo del capitale e non degli interessi. Ad oggi su 62 mln di restituzione mutui circa 8.4 mln sono di interessi. Rimodulazione della restituzione dei fondi, senza sospensione pagamenti del capitale, ma rinvio degli interessi a dopo che arrivano somme da Governo e tasse per coprire. Operazione emergenziale: utilizzare quelle somme di cassa per spesa immediata. Recupero entro il 30/06 di almeno 3 milioni. Proponiamo di impegnare 2 mln per il contributo affitti. Per fare questo ci vuole un’amministrazione coraggiosa. CONCLUSIONI L’equilibrio del bilancio comunale (sul cui stato stiamo completando l’analisi generale) può essere garantito solo da un intervento straordinario dello Stato. Esprimiamo grande preoccupazione, la stima annunciata dal governo di 3,5 miliardi è assolutamente insufficiente, la necessità è di 7 miliardi. Lo ribadiamo.  Ma questa situazione che riguarda tutti i comuni italiani, non può essere la giustificazione a non intervenire rispetto all’emergenza della nostra città. #6MilioniPerFirenze Allegati:La situazioneSpeseNuove entrate Foto di aymane jdidi da Pixabay

Non sta andando tutto bene. 6 milioni di euro per raddoppiare gli aiuti: ecco come

24 Aprile 2020
La proposta di Sinistra Progetto Comune e Firenze Città Aperta. Bundu, Palagi, Torrigiani e Grassi: “I problemi del bilancio vengono da lontano e attraversano una città dove tante persone sono in difficoltà. Ecco le nostre proposte per trovare soldi necessari ad aiutare i pagamenti delle bollette e la sopravvivenza di chi è rimasto tagliato fuori dagli aiuti” “Non andrà tutto bene, ma soprattutto, non sta andando tutto bene” dichiarano la consigliera Antonella Bundu e il consigliere Dmitrij Palagi di Sinistra Progetto Comune. “Tante persone non riescono ad accedere agli strumenti di sostegno materiale pensati dalle istituzioni. Le responsabilità – aggiungono Bundu e Palagi – non sono unicamente della Giunta e capiamo le difficoltà, ma occorre un impegno condiviso per trovare soluzioni coraggiose. Dirsi che stiamo facendo il massimo per non affrontare i problemi sarebbe l’errore più grande”. “Firenze Città Aperta è dall’inizio della pandemia impegnata a sostenere le numerose risposte solidali che sono nate nei nostri quartieri” aggiunge Francesco Torrigiani, co-portavoce di FCA e consigliere del quartiere 1. “Abbiamo misurato direttamente le difficoltà di tantissime persone e qualsiasi realtà può testimoniare storie di chi è rimasto fuori dagli aiuti. Manca inoltre completamente una forma di sostegno al pagamento delle utenze. Se è vero che per questa fase non sono previsti stacchi e morosità, ci sono tante situazioni debitorie precedenti – continua Francesco Torrigiani – che non sono state sospese e, soprattutto, tutti i pagamenti sono solo rinviati, come le difficoltà a sostenere le spese”. “I problemi del bilancio del Comune di Firenze vengono da lontano” conclude Tommaso Grassi di Firenze Città Aperta e già capogruppo di Firenze Riparte a Sinistra in Palazzo Vecchio. “Questo – prosegue Tommaso Grassi – non è il momento di evidenziare tante difficoltà che oggi si sarebbero potute evitare, specialmente nel rapporto che avevano le nostre casse con i flussi turistici incontrollati. È il momento di trovare soluzioni. Noi le stiamo offrendo, con i numeri che alleghiamo. Risorse necessarie per dare sollievo alla drammatica situazione di tante famiglie e persone. Abbiamo anche avanzato una proposta precisa di quali possano essere le voci da cui recuperarle. Molto ancora può essere fatto e deve essere fatto”. “Il Comune di Firenze deve intervenire con risorse proprie: nelle difficoltà – concludono Grassi, Torrigiani, Bundu e Palagi – il primo impegno di tutta la Città deve essere quella di partire da chi è più in difficoltà”. Sinistra Progetto Comune e Firenze Città Aperta #6MilioniPerFirenze